Il Consiglio Comunale approva un atto di indirizzo sul Padiglione Conolly

Dettagli della notizia

Documento affrontato durante la seduta di oggi, martedì 30 aprile

Data:

30 aprile 2024

Data scadenza:

17 maggio 2024

Tempo di lettura:

5 min

consiglio 2
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Descrizione

Il Consiglio Comunale di Siena ha approvato, nella seduta di oggi martedì 30 aprile, l’atto di indirizzo per il recupero e la valorizzazione del bene storico, architettonico e culturale “Padiglione Conolly”. La proposta di delibera è stata approvata all’unanimità dai ventidue consiglieri presenti.

 

Con il documento approvato il Consiglio Comunale delibera “di fare proprie le motivazioni espresse in premessa con cui si riconosce il valore artistico e storico-architettonico della struttura in parola, meritevole di un alto e significativo intervento a livello istituzionale per la valorizzazione della ricchezza del patrimonio comune della città di Siena” e “di esplicitare l'impegno del Comune di Siena, indispensabile, per assumere come ente esponenziale della propria comunità il ruolo di promotore di una iniziativa di qualificazione e valorizzazione di interesse generale che coinvolga a partire dalla stessa proprietà anche le altre istituzioni cittadine culturali, civiche professionali, I'associazionismo e le espressioni culturali e storiche, nonché gli ordini professionali per il recupero, la riqualificazione, la progettazione e la realizzazione di un intervento o di una pluralità di interventi per la riattivazione del Padiglione Conolly”. Inoltre “di favorire nell'ambito delle soluzioni per la progettazione degli interventi sull'edificio, la finalità di un suo recupero anche a fini storici ed interdisciplinari nella sua relazione con la città di Siena, a vantaggio dei cittadini, puntando alla realizzazione di un Polo culturale poliedrico di ricerca, informazione, consulenza, cura e progettazione e di favorire altresì nell'ambito delle soluzioni suddette una nuova destinazione d'uso legata all'innovazione, legando la storia e I'attuazione del Padiglione alla tutela dei diritti dei cittadini, traghettando la sua immagine, funzione e ruolo verso un nuovo umanesimo ricco di contenuti soggettivi e di sinergie relazionali oltre i meccanismi e gli automatismi dei nuovi sviluppi dell'intelligenza artificiale”.

 

Nelle premesse dell’atto approvato dal Consiglio Comunale si fa riferimento alla storia del padiglione del complesso manicomiale del San Niccolò a Siena, “realizzato sotto la direzione sanitaria del Palmerini, dall'architetto Azzurri, fra il 1875 e il 1877, denominato anche ‘reparto degli agitati’; l'edificio è realizzato in osservanza al criterio della rigorosa separazione dei sessi e articolato in due ali di celle una delle quali per il settore femminile, con pianta circolare, prende il nome dallo psichiatra inglese John Conolly, primario medico del manicomio di Hanwell, I'attuale West London St Bernard's Hospital”. “L'edificio – si legge - rappresenta uno dei pochissimi esempi in Italia di ‘Panopticon’ vale a dire una struttura, nel caso di specie a fini sanitari, che permette agli organismi di controllo di monitorare costantemente tutti gli ospiti; in particolare ‘panopticon’ si basa su principi utilitaristici, per la prima volta applicati nel contesto dell'architettura, con il fine di ottenere il miglior risultato con il minor impiego di mezzi, con riduzione al minuto dei costi e il massimo sviluppo delle utilità realizzative e funzionali; l'impianto realizza il nuovo concetto strutturale di visione ‘panottica’: una visione differenziale, asimmetrica in cui una sola persona vede tutto e tutti mentre gli altri, utenti, non vedono niente e si presta perfettamente ad esemplificare il controllo sociale, oltre a costituire una metafora della modernità”. “Complessi architettonici che sviluppano il concetto di ‘panopticon’ – si legge ancora - sono presenti in Olanda , le ex prigioni della cupola di Breda ed Harlem, oggi rifunzionalizzate per accogliere i rifugiati del conflitto in Ucraina, oppure la prigione ‘Presidio Modelo’ a Cuba , costruita nei primi anni Venti del XX secolo e oggi centro didattico e di ricerca; il Padiglione della sicurezza a Lisbona, oggi trasformato nel museo dell'Ospedale ‘Miguel Bombards’ dichiarato monumento di interesse pubblico; ‘The old provost’, altro esempio di trasformazione, da ex prigione a parte del museo ‘Albany’ in Sud Africa; il grande progetto comunale a Autun in Borgogna per ampliare il ‘Musée Rolin’”.

 

Evidenziato – recita l’atto - che l'immobile si trova in grave stato di degrado e rischia una vetusta indecorosa per l'intera città che a fronte delle enormi possibilità di evoluzione che un suo recupero funzionale potrebbe restituire per dignità architettonica, cultura storica e valore estetico, si pensi in particolare a prospettive di finalizzazione quali funzioni bibliotecarie centro di ricerca specializzato, volume museale e perfino spazio qualificato per la riflessione e progettazione sull'attuale società e le sue proiezioni future”.

 

Costruito all’interno del “villaggio manicomiale” San Niccolò a Siena, su richiesta del direttore Ugo Palmerini Francesco Azzurri su concepito un padiglione separato dall’edificio centrale per ricoverarvi i soli “pazzi agitati”. Il progetto rivela una struttura assai particolare: si tratta infatti di un Panopticon, ispirato al carcere ideale disegnato nel 1791 dal giurista Jeremy Bentham, dove un unico sorvegliante è in grado di osservare tutti i detenuti. L’edificio, completato nel 1875, fu paradossalmente denominato “quartiere Conolly” dal nome del grande alienista inglese John Conolly, noto per il suo metodo di cura “no restraint”, la cui caratteristica basilare era l’assenza di ogni metodo di contenzione fisica. Capace di ospitare circa settanta “clamorosi”, ritenuti pericolosi per sé e per la comunità dei degenti, in camere disposte a raggiera e comunicanti con un cortiletto coltivato a giardino, fu aperto nel 1877. Era collegato con l’edificio centrale tramite un apparecchio Morse. Per la gravità delle patologie presentate e per l’assenza di farmaci i ricoverati al Conolly erano per la massima parte costretti ai letti di contenzione e la struttura si presentava come una vera e propria prigione d’isolamento. Destinato a uomini e donne, nel 1912 divenne un reparto solo maschile, mentre le ricoverate furono trasferite al Chiarugi. Nel 1934 l’edificio fu sopraelevato nella parte centrale.

Ultimo aggiornamento

30/04/2024, 10:58

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